Si è parlato di Lingua Piemontese alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’ Università del Piemonte orientale a Vercelli

Giovedì 17 febbraio in occasione dell’ importante  lezione sull’ acquisizione e sull’apprendimento linguistico delle Lingue Minoritarie svolta dalla Professoressa di Didattica delle Lingue Moderne Antonietta Marra, dell’ Università di Cagliari, che si è rivolta ai numerosi studenti intervenuti con una ricca disquisizione sulle varie lingue minoritarie ed in particolare sui dialetti delle regioni italiane avvallate da minuziose ricerche anche sulle percentuali di cittadini che ancora, li conoscono, li parlano, o almeno riescono a comprenderli.

 

Nell’ occasione,si è parlato anche di Lingua Piemontese.

Il responsabile dei programmi didattici sulla Lingua Piemontese per la Provincia di Vercelli ed il Piemonte orientale, Lavarino Cesare, accompagnato dai collaboratori Cav. Angelo Bonfanti e Carlo Denis, hanno illustrato le esperienze ed i risultati ottenuti nell’ attuazione dei progetti di “Tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio linguistico del Piemonte” previsti dalle Leggi regionali n° 26 del 1990, la n° 37 del 1997 ed in fine dalla n° 11 del 7 aprile 2009 in base agli Atti internazionali in materia, in particolare della Carta Europea delle Lingue Regionali o minoritarie del 5 novembre 1992 e della Convenzione quadro Europea per la protezione delle minoranze nazionali del 1° febbraio 95;

Il settore culturale di Comunità Nuova Piemontese, che collabora con le Scuole della provincia fin dal 1984, prima con la proposta di Concorsi biennali sulla storia e le attività della “Gente del Piemonte”; dal 2001  iniziava a programmare i corsi regolari gratuiti di Lingua Piemontese nelle Scuole per i quali di anno in anno aumentavano le richieste.

Nella sua relazione, in occasione di questa lezione all’ Università, Lavarino ha messo l’accento sul fatto che, per la tutela, la valorizzazione e conservazione dell’ insostituibile Patrimonio Culturale rappresentato dalla Lingua millenaria del Piemonte, con la quale il suo popolo ha da sempre espresso e tramandato sentimenti, emozioni e nozioni alle generazioni successive ; l’ unico modo esistente è quello di insegnarlo ai bambini, nelle scuole, con un metodo razionale che comprenda anche la lettura e la scrittura, con l’ ausilio di apposito materiale didattico predisposto a questo scopo, spiegando che il risultato per far sì che le nuove generazioni conservino la possibilità di esprimersi ancora nella Lingua dei Padri, dipende dal superamento della difesa ad oltranza della “parlata sentita sotto i vari Campanili”, quando la gente si spostava con difficoltà ed allargare l’ orizzonte ad un territorio più vasto, oggi accessibile già dai bambini in tenera età per frequentare le stesse scuole, dell’ infanzia prima, e di ogni altro grado poi.

 

Inoltre ha raccontato con quanto entusiasmo i bambini partecipino a questi progetti che prevedono pure canto e recitazione e che rappresentano anche importanti momenti di vera integrazione tra le numerose etnie ormai presenti in tutte le realtà scolastiche.

Ha concluso sottolineando che la trasmissione della Cultura, e quindi anche delle Lingue minoritarie si concretizza soltanto con l’ apprendimento anche attraverso la lettura e la scrittura, perché verbalmente da Genitori a figli sia impossibile ormai, per la scarsità di dialogo in casa,  ma soprattutto perché la generazione dei Genitori di oggi, già le Lingue dei Padri le comprendono poco e non le parlano affatto.

In conclusione della lezione si espressa la speranza di rincontrarsi ancora in altre occasioni, per approfondire il discorso e confrontarsi su metodi e programmi.