Villa medicea di Poggio a Caiano (PO)

Tra il XV e il XVI secolo, la famiglia Medici fa costruire molte ville nel territorio del Granducato di Toscana e dal 2013 dodici di queste dimore, tra cui quella di Poggio a Caiano, più due giardini sono diventate patrimonio dell’Umanità (UNESCO).

vilpogaerea400La villa di Poggio a Caiano sorge in posizione strategica su un’altura, ultima propaggine del Monte Albano, lambita dal fiume Ombrone e domina la piana tra Firenze e Pistoia. In precedenza in quel luogo era stato costruito un fortilizio medioevale dalla famiglia Cancellieri, passata poi agli Strozzi ed infine ai Rucellai ed è proprio da Giovanni Rucellai che nel 1474 Lorenzo de Medici lo acquista insieme a terreni al di là dell’Ombrone che verranno a costituire la sua estesa tenuta delle Cascine di Tavola. Intorno al 1480 Lorenzo il Magnifico fa costruire questa villa dando l’incarico al suo architetto preferito, Giuliano da Sangallo, che ha saputo interpretare i desideri del committente nel progettare una dimora: sede perfetta di ritiro suburbano dalla città, particolarmente adatta allo studio e alle dotte conversazioni.

Non è più una villa fortezza, isolata rispetto all’ambiente circostante perché chiusa attorno allo spazio del cortile che esclude qualsiasi rapporto visivo con l’esterno, ma al contrario è una dimora in relazione con lo spazio esterno come testimoniano la presenza del porticato a pianterreno, il pronao timpanato al piano nobile, la mancanza di un cortile sostituito da un salone centrale intorno al quale si distribuiscono simmetricamente gli altri ambienti. La si può considerare il prototipo delle ville signorili di campagna in quanto inaugura una nuova tipologia d’ispirazione umanistica.piantavillapc

Alla morte di Lorenzo il Magnifico (1492) la villa era ancora in costruzione e sarà terminata, sempre secondo il progetto del Sangallo, dal figlio Giovanni de Medici diventato nel frattempo papa Leone X. La villa è stata testimone di importanti avvenimenti della storia dinastica della famiglia Medici. Qui erano accolte le spose straniere della famiglia Medici per ricevere l’omaggio della nobiltà fiorentina, prima di giungere a Firenze. Qui vi abitarono Francesco I e Bianca Capello che vi morirono nel 1587 in circostanze misteriose. Qui Cosimo III tenne di fatto segregata la moglie Margherita Luisa d’Orléans che per meglio sopportare questa “ prigionia “ fece costruire il teatro a piano terra. Qui soggiornò il Gran Principe Ferdinando che vi raccolse una singolare collezione d’arte che chiamava “ Gabinetto delle opere in piccolo”. Alla morte dell’ultimo discendente dei Medici Gian Gastone la villa passò ai nuovi gran duchi di Toscana gli Asburgo-Lorena, fu poi la residenza preferita di Elisa Baciocchi Bonaparte (sorella di Napoleone) e quando Firenze divenne capitale d’Italia vi soggiornarono il re Vittorio Emanuele II e la contessa di Mirafiori più nota come la Bela Rosin e nel 1919 è passata allo Stato italiano e oggi è aperta al pubblico potendo così visitare gli appartamenti storici sia al piano terra che al primo piano mentre al secondo piano è stato allestito il Museo della Natura morta dove sono esposte opere provenienti dalle collezioni medicee.

OLYMPUS DIGITAL CAMERASoffittoNaturalmente questi passaggi di proprietà hanno apportato modifiche alla struttura originaria soprattutto all’interno, mentre all’esterno la villa è stata meno rimaneggiata nel corso dei secoli. Una muraglia con torrini angolari ed un giardino precedono la villa che si presenta come un blocco pieno che si appoggia su  un basamento porticato sormontato da un’ ampia una terrazza sulla quale nella facciata principale si apre una loggia con colonne ioniche ed una volta botte finemente decorata in rilievo e sulla parete destra è visibile un affresco raffigurante il Sacrificio di Laocoonte opera di Filippino Lippi. Sormonta la loggia un timpano, sul cui architrave su fondo azzurro sfilano figure bianche in terracotta invetriata, copia del fregio attribuito ad Andrea Sansovino e per alcuni autori rappresenta la scelta delle anime secondo il mito platonico, tema caro a Lorenzo e al suo circolo filosofico, mentre altri studiosi suggeriscono il tema della circolarità del tempo e delle stagioni, oppure una celebrazione del fecondo periodo mediceo come novella età dell’oro, comunque lo si legga è un capolavoro emblematico della Rinascenza fiorentina. Evidenti quindi i riferimenti all’antichità classica che Giuliano da Sangallo ha saputo amalgamare con gli elementi specifici dell’architettura rurale toscana gettando le basi di una nuova architettura in cui l’insegnamento dei classici non è mera imitazione.Frontone
Se confrontiamo l’esterno dell’attuale villa con quello dipinto nella lunetta di Giusto Utens che riproduce fedelmente il progetto del Sangallo si possono notare le modifiche prodotte nei secoli successivi come lo scalone di accesso al terrazzo a doppia rampa curvilinea progettato da Pasquale Poccianti nel 1807 che sostituisce quello del Sangallo a rampe diritte e perpendicolari al corpo della villa. Settecentesca è la torretta con l’orologio che si eleva al centro della facciata principale, risalgono agli inizi dell’ottocento le meridiane e sono state modificate anche le finestre che originariamente erano a croce.
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Le trasformazioni più profonde rispetto all’aspetto originario della villa si notano all’interno. A piano terra il vestibolo, la sala dei biliardi sono di epoca sabauda, il teatro di corte del XVII, mentre il cosiddetto appartamento di Bianca Capello, pur avendo subito delle modificazioni, con la presenza della sua scala originale in arenaria ed il caminetto di marmo del XVI secolo ha mantenuto l’aspetto rinascimentale della villa. Lo scalone interno che collega i vari piani è ottocentesco sempre su disegno del Poccianti (1807). Al primo piano l’ambiente più suggestivo è il salone centrale Leone X coperto da una volta a botte a cassettoni dorati e decorati con stemmi e simboli medicei; alle pareti, spartite da colonne dipinte, il ciclo di affreschi commissionato dal pontefice, che da il nome al salone, per celebrare, attraverso il ricorso alla storia romana e alla mitologia, le glorie della famiglia Medici. Andrea del Sarto, Franciabigio, Pontormo sono gli artisti che dipingono questo ciclo tra il 1519 e il 1521, successivamente, circa cinquant’anni dopo (1579-82) Alessandro Allori lo integra e completa. Ragguardevole ed interessante per il tema “Vertumno e Pomana” (Vertumno è un dio etrusco) è la lunetta dipinta del Pontormo, quella opposta “Il giardino delle Esperidi” è opera dell’Allori. Sempre al primo piano si possono visitare la sala da pranzo con il soffitto affrescato da Antonio Domenico Gabbiani (1698) che raffigura” Firenze che presenta Cosimo il Vecchio a Giove” quindi celebrandolo come il Padre della Patria e gli appartamenti di Vittorio Emanuele II e della contessa di Mirafiori. Al secondo piano il Museo della Natura Morta.

GiardinoIl giardino di Poggio a Caiano non fu realizzato sotto Lorenzo il Magnifico il cui parco era nella tenuta delle Cascine di Tavola, ma fu creato al tempo di Cosimo I su progetto e sotto la direzione del Tribolo e alla sua morte del genero Davide Fortini. Di questo giardino cinquecentesco è rimasta solo la grande fortificazione che lo delimitava, ma possiamo ammirarlo nella lunetta dipinta da Giusto Utens. Tra il 1819 e il 1830 viene trasformato in giardino all’inglese ed oggi, chiuso a nord dallo stanzone per gli agrumi progettato da Poccianti, è caratterizzato da aiuole curvilinee e da una notevole collezione di agrumi in vaso; nel parco unici elementi di arredo scultoreo sono una fontana e una statua in terracotta raffigurante la ninfa Ambra e Ombrane perché la villa è nota anche come “ Villa Ambra” nome di una isoletta nel fiume Ombrone collegata al mito della ninfa.

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