Oman: la Penisola del Musandam

Il Sultanato dell’Oman occupa la parete sud est della Penisola Arabica e ha la peculiarità di essere diviso in due parti: l’estremo nord, rappresentato dalla penisola del Musandam che si protende da un lato nel Golfo Persico e dall’altro nel Golfo dell’Oman creando lo stretto di Hormuz, è un enclave separata dagli Emirati Arabi Uniti dal resto del territorio omanita. Questa piccola penisola ( 3000 Kmq) è una delle regioni più suggestive dell’Oman e giustamente è soprannominata “la Norvegia d’Arabia”. Sono le propaggini della catena occidentale dell’ Hajar che con le sue montagne dalle cime frastagliate, la disposizione degli strati e la loro colorazione, creano fiordi spettacolari bagnati da acque limpide e ricche di fauna marina. La navigazione tra i fiordi non sempre è agevole e questo ha protetto dalle incursioni dei pirati i villaggi incastonati tra i fiordi. Khor ash-Sham è il fiordo più frequentato, si estende per una ventina di chilometri, è percorso dai dow con turisti a bordo,PB240177gior.jpg al centro del fiordo affiora la piccola isola del telegrafo dove gli inglesi, nel 1864 avevano costruito una stazione telegrafica per facilitare i collegamenti tra Londra e Karachi e i resti di questa stazione, oggi, sono ancora visibili.

Anche via terra il Musandam sa dare forti emozioni. Salire al Jebel Harim la vetta più alta della penisola (2087 m) detta “Montagna delle Donne“ significa percorre una strada che taglia rocce sedimentarie fossilifere molto interessanti e di impatto visivo per la loro stratificazione e colorazione, strada che attraversa l’altopiano di Saya con il suo fitto palmeto e villaggi con le case di pietra abbarbicati sulla montagna a vigilare le coltivazioni terrazzate, mentre si snoda lungo la scogliera la strada che dal confine con gli Emirati arabi Uniti (Tibat) arriva al capoluogo della penisola (Khasab) dando la possibilità di ammirare scorci panoramici sullo stretto di Hormuz, invece percorrendo la strada che fiancheggia il Wadi Quida, poco dopo il villaggio di Tawi, sui massi a lato del corso d’acqua si possono osservare graffiti preistorici.

Il Musandam è uno dei tre governatorati in cui è suddiviso l’Oman, il capoluogo è Khasab che in arabo significa “fertilità” e lo si comprende facilmente osservando i rigogliosi palmeti sia in città che nei dintorni. Il suo porto benché di piccole dimensioni ha una attività molto frenetica oltre ai dow per i turisti e le navi cisterna che portano l’acqua ai villaggi raggiungibili solo via mare, molte sono le piccole imbarcazioni di contrabbandieri che arrivano dall’Iraq al mattino ed attendono la sera per ripartire poiché la distanza tra Khasab e le coste irachene è di 80 km.

La storia della penisola ricalca la storia dell’Oman, da qui partì la dominazione dei portoghesi che nel XVI secolo conquistarono le coste ed i porti omaniti per difendere le loro rotte commerciali lungo l’Oceano Indiano. Forti e torri di avvistamento sono le tracce di tale dominazione ed anchePB240263gior.jpg il forte di Khasab ne è una testimonianza. Edificato intorno ad una torre circolare, resto di un forte più antico, oggi è la sede di uno dei musei etnografici più interessanti dell’Oman tra cui spicca la ricostruzione  “della casa dei chiavistelli”, roccaforte in miniatura tipica dei villaggi montani del Musandam dove i proprietari ritiravano le loro mercanzie quando nei mesi estivi si trasferivano sulla costa e le sezioni dedicate ai gioielli delle donne, alle erbe mediche e alle lettere commerciali.

Il grande Bukha Fort uno dei più antichi della regione domina l’omonima città, la seconda della penisola, adagiata su una baia a forma di mezzaluna, mentre è raggiungibile solo via mare Kumzar la città più a Nord dell’Oman sullo stretto di Hormuz di fronte alle coste dell’Iraq da cui dista solo 55 km.

Il Musandam essendo separato dal resto dell’Oman chiaramente ha mantenuto le sue tradizioni, i suoi usi come il tipico bastone con l’estremità a forma di lama d’ascia usato per spaccare la legna, uccidere i serpenti e nelle occasioni ufficiali utilizzato come bastone per guidare i cammelli e tra i vari idiomi qui si parla anche il Kumzari una lingua complessa, una combinazione di arabo e farsi con influenze indiane, portoghesi ed inglesi.

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