Roma : Villa Giulia e il Museo Nazionale Etrusco

Al di fuori dagli itinerari classici Villa Giulia ed il suo Museo Nazionale Etrusco sono una chicca per chi vuole tuffarsi nella storia preromana in un luogo deputato al riposo.

La villa fu fatta costruire tra il 1551 e il 1553 da Giovanni Maria Ciocchi Del Monte eletto Papa con il nome di Giulio III (1550-1555) sui possedimenti della sua famiglia che si estendevano dalla collina Parioli fino oltre il Tevere. La facciata, molto austera, sobria, movimentata solo da una loggetta centrale sopra il portale bugnato, nasconde gelosamente un interno scenografico. Varcato il portone d’ingresso si è accolti da un emiciclo porticato riccamente decorato sia nelle pareti che nella volta che ricorda un Pergolato600.jpgpergolato popolato da amorini e uccelli, l’emiciclo si continua nel grande cortile maggiore delimitato da pareti ornate con stucchi ed è chiuso sul fondo da una loggia creando un effetto teatro, la loggia domina un magnifico ninfeo a due livelli e al centro del piano inferiore, davanti ad un pavimento musivoninfeo600.jpg tra quattro cariatidi di marmo sgorga la fontana dell’Acqua Vergine, ultimo un cortile quadrato separato dal ninfeo daun portichetto.

Autori, progettisti di Villa Giulia sono stati architetti ed artisti del calibro di Vignola, Ammannati, Vasari e diede i suoi consigli anche Michelangelo, che hanno creato un insieme di architetture articolate e ben armonizzate con le decorazioni, l’uso dei materiali, l’acqua, un modello intorno alla metà del cinquecento per le ville dove lo spazio naturale è un elemento della forma architettonica. La sequenza palazzo, cortile maggiore, loggia, ninfeo, secondo cortile lungo un asse longitudinale sta ad indicare come il complesso di villa Giulia sia stato inserito in una valletta stretta ed allungata delimitata da due colline di tufo e dove nella parte più profonda scorre l’Acquedotto Vergine che poco dopo sbocca nel Tevere non molto distante.

Quello che noi vediamo è solo una parte dei marmi, degli stucchi, dei finti marmi, dei dipinti che costituivano una festosa policromia creando ambienti piacevoli e rilassanti, perché con il passare del tempo la villa di Papa Giulio III, che ospitò anche la regina Cristina di Svezia,2emiciclo600.jpg da luogo deputato ad ozi e riposo fu destinata ad usi diversi subendo delle trasformazioni. Fu ospedale, sede di una scuola veterinaria, poi un accantonamento militare e deposito del Genio per divenire, nel 1889, sede museale.

Il Museo

Nelle 40 sale espositive che si articolano su due livelli: pianterreno, primo piano, sono esposti in modo completo ed esplicativo, ricostruendo perfettamente il luogo di scavo, i reperti provenenti dalle aree extraurbane di Roma come le testimonianze dell’Agro Falisco e Capenate, primo nucleo espositivo del nascente museo alla fine dell’800 e poi i materiali degli scavi successivi Vulci, Cerveteri, il Santuario di Pyrgi, i centri del Lazio antico e dell’Umbria, suggestive le pitture sepolcrali provenienti dalla Tomba del Letto Funebre di Tarquinia. Una sezione è dedicata alla scrittura etrusca che fino a qualche decennio fa era ancora avvolta nel mistero, con pezzi veramente interessanti.

Alla rigorosità scientifica di oggi si affiancano le collezioni antiquarie che ci mostrano il gusto e gli orientamenti che dal XVII secolo furono alla base delle raccolte archeologiche e se anche sono solo un assemblaggio di oggetti aiutano ad arricchire il quadro dei siti oggi in istudio.

Per la ricchezza, la preziosità, la bellezza dei reperti è senz’altro uno dei musei più importanti sulle civiltà dell’Italia preromana.

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