Riconoscimenti della Lingua Piemontese – Una questione senza Fine

Breve cronistoria

Nel 1981 l’ UNESCO, censiva tra le Lingue Minoritarie, quale Patrimonio  Storico delle Regioni dei Paesi Europei, anche la Lingua Piemontese, oltre al Francoprovenzale, al Walsèr, e all’ Occitano.

Il Consiglio d’ Europa con apposite “Raccomandazioni” ed in particolare con la “Carta Europea delle Lingue regionali o minoritarie” del  5 novembre 1992” e della “Convenzione quadro Europea” per la protezione delle minoranze nazionali del 1° febbraio 1995; disponeva che gli Stati Membri confermassero in tal senso, con Leggi proprie di ogni Stato, tali deliberazioni atte a Salvaguardare e Valorizzare queste Identità Culturali delle Popolazioni Minoritarie delle Regioni d’ Europa.

La Regione Piemonte, dal canto suo, con la Legge Regionale n° 26 del  1990 e la Legge Regionale  n° 37 del 1997  riconosceva quali Lingue minoritarie: il Francoprovenzale, l’ Occitano ed il Walser  ma sottaceva la definizione di “Lingua Piemontese che invece appare nella Legge Regionale n° 11  del 7 aprile 2009, “Tutela,valorizzazione e promozione del patrimonio linguistico del Piemonte” che all’ Art. n° 1 recita testualmente: “La Regione, nello spirito degli articoli 3, 6 e 9 della Costituzione ed in attuazione degli articoli 4 e 7 dello Statuto, tutela e valorizza la “Lingua Piemontese”,  originale patrimonio culturale e linguistico del Piemonte, nonché quello delle minoranze Occitana, Franco-provenzale, francese e Walser, promuovendone la conoscenza. Sembrava che finalmente si fosse sbloccata la situazione,  ma purtroppo :

Dato che dalla comunicazione delle “Raccomandazioni” del Consiglio d’ Europa del 1992 sono trascorsi solo 19 anni, (e qualcuno in meno dalle successive), nessuno dei  Governi Italiani succedutisi da allora, ha avuto il tempo di prenderne atto e di legiferare in merito; per questo,anche l’ ultima Legge Regionale (n° 11 del 7 aprile 2009)  è risultata inesatta per la Corte Costituzionale, che con sentenza (170 / 2010) ha approvato tutto il resto, ma ha scluso i punti nei quali la legge prevedeva  (specificatamente) l’ inserimento della Lingua Piemontese oltre alle “minoritarie” utilizzate oggi da un ristrettissimo numero di Anziani a confronto delle centinaia di ragazzi delle scolaresche  delle altre parti del Piemonte che rappresentano i “nuovi germogli” della cultura storica.

Ora ci viene spontanea una domanda: è possibile che queste situazioni possano verificarsi senza che i nostri Parlamentari (Piemontesi, intesi in modo trasversale agli schieramenti politici) ne possano pendere atto ? oppure sono tante e tali le altre “Proposte di Legge” da Loro elaborate e seguite ? (sicuramente più importanti) che non riescono a venirne a conoscenza? Eppure quando si tratta di argomenti che interessano la Loro Regione dovrebbero esserne informati dai loro collaboratori.

Le Associazioni culturali Piemontesi, sono anni che chiedono Loro l’ attenzione necessaria ai problemi storico-culturali del Piemonte ci sono progetti che se non si affrontano ora, non ci sarà più possibilità in futuro, se la Lingua storica, (il nostro patrimonio più importante di identità) parlata dai Nostri Padri, quella parlata un tempo anche a palazzo reale, dai primi Ministri, dagli Ufficiali, dagli Acculturati e dal Popolo da sempre; non riusciremo a trasmetterla ai Giovani, ai Ragazzi nelle scuole come facciamo ora, fra una decina d’ anni non vi sarà più la possibilità, ed un giorno i Piemontesi si domanderanno con quale idioma nel 2001, all’alba del ventunesimo secolo e del terzo millennio, i Piemontesi trasmettevano cultura, sentimenti, nozioni ed emozioni.

Ed ancora, le Associazioni Culturali più importanti, tra le quali quelle che operano nel Piemonte Orientale, nel rispetto delle piccole differenze di fonetica tra questa parte della regione e quella metropolitana, oggi sperano che dalla Presidenza della Regione si esprima la volontà di non vanificare il grande lavoro fatto fin qui, quasi esclusivamente a loro spese, da Dirigenti che con abnegazione hanno iniziato (dopo l’ approvazione della 37 del 97) un grande lavoro  rivolto ai ragazzi ed ai giovani, interessando centinaia di scolaresche con risultati impensati, anche di aggregazione ed integrazione tra le tante etnie che oggi le compongono.

Per i Dirigenti delle Realtà della  “Üniun ëd le Assuciassiun Cultüraj Piemuntèise”

Il presidente pro tempore  Lavarino Cesare

P.S  seguiranno i risultati di ricerche sulle situazioni di altre regioni.