Le palme: piante ornamentali e non solo

L’Evangelista Giovanni ci racconta che, al suo ingresso in Gerusalemme, Gesù fu accolto e festeggiato da una folla che agitava rami di palma.

Fin dall’antichità questa pianta per l’ armoniosa disposizione delle sue foglie, simili ai raggi del sole, è stata simbolo di gloria ed immortalità e veniva offerta ai vincitori in segno di vittoria.

Per i cristiani ha rappresentato il trionfo sulla morte e per questo motivo i pittori rinascimentali a volte hanno raffigurato i santi che nella mano stringono un ramo di questo albero. Le numerose epigrafi ed affreschi nelle catacombe ci indicano che è stata considerata dai primi cristiani come emblema del martirio; palma di resurrezione, era l’attributo dei martiri che hanno riportato la vittoria spirituale morendo per la fede.

In virtù di un passo del Cantico dei Cantici che dice “ La tua statura rassomiglia ad una palma” questa pianta è stata considerata immagine della Vergine e a volte nelle rappresentazioni pittoriche dell’Annunciazione l’Angelo reca in mano un ramo di palma anziché il tradizionale giglio, ma è soprattutto nelle scene della morte o sepoltura di Maria che i pittori rappresentano l’Apostolo Giovanni con un ramo di palma in mano perché, secondo la Legenda Aurea, è stata la Madonna stessa a chiedergli di portare un ramo di questa pianta alla cerimonia della sua sepoltura.

 

Antico è anche il privilegio delle città di Bordighera e Sanremo di donare al papa, ai Cardinali e ai Vescovi i Palma-israele.jpg“Parmureli”, composizioni di foglie di palme intrecciate senza l’utilizzo di punti metallici, per la celebrazione, in piazza S. Pietro, della Domenica delle Palme. Era il 1586 quando Papa Sisto V ordinò di collocare in piazza S. Pietro l’obelisco con regole ben precise: nessuno doveva parlare durante i lavori: pena la morte. Ora il monumento pesa 400 tonnellate ed era quasi in posizione verticale quando le corde degli argani si erano allungate per trazione impedendo ulteriori movimenti degli ingranaggi e lasciandolo così pericolosamente in bilico. Allora un grido si levò nella piazza “Aiga ae corde” (acqua alle corde) salvando la situazione ed evitando una strage di fedeli accorsi perl’occasione. A rompere il silenzio imposto era stato il capitano di ventura Brasca, sanremese e il Papa riconoscendo il tempismo e l’utilità di quel grido, perché le corde una volte bagnate si contrassero permettendo il perfetto posizionamento del monolite, non solo non condannò il Brasca, ma lo nominò capitano onorario delle guardie pontificie e gli concesse il privilegio di fornire al Vaticano, per tutti gli anni a venire, le palme pasquali, così ancora oggi i ”Parmureli” sono presenti in piazza S.Pietro

Le palme sono tipiche di climi caldi (zone tropicali o subtropicali) e grazie a questo aspetto le forme fossili sono ottimi indicatori climatici. La loro comparsa risale al Mesozoico (seconda era) e la loro differenziazione e diffusione è avvenuta nel Terziario.

Da un punto di vista economico molte sono le specie che meriterebbero di essere ricordate e non solo per i frutti (datteri, noce di cocco), Palma-datte600.jpgma anche per il legname utilizzato per le costruzioni o come combustibile, per olii e burri che hanno un impiego nella fabbricazione di saponi, candele, lubrificanti. Un altro prodotto caratteristico che si ottiene da numerose palme è l’avorio vegetale, mentre il « vino di palma » è conosciuto con denominazioni diverse a secondo del paese di produzione, dalle foglie poi si ottengono ottime fibre vegetali come la rafia.

Infine superfluo ricordare il valore ornamentale delle palme soprattutto nei paesi a clima temperato come in Italia dove, lungo le passeggiate a mare, possiamo incontrare Phoenix dactylifera (palma da dattero) accanto a Chamaerops humilis unica specie allo stato spontaneo nei nostri territori, nota anche come palma nana o di S. Pietro Martire.