Il processo di unificazione tra storia e lingua italiana

Piacevole conversazione a tre voci nella cripta di S. Andrea, martedì 22 febbraio, grazie all’iniziativa dell’associazione culturale Il Ponte. «Al Festival di poesia civile (tenuto nel novembre 2010, ndr) – ha esordito Giorgio Simonelli, docente all’Università Cattolica di Milano e moderatore dell’incontro – non poteva mancare un seguito focalizzato sul tema dell’Unità d’Italia, di cui ricorre il 150°, perché la poesia civile è strettamente legata al Risorgimento ed è stata fondamentale nel processo di unificazione. L’Inno di Mameli ne è un esempio, a prescindere da critiche ed esaltazioni. Questa serata non vuol essere, dunque, di stampo celebrativo-retorico ma di approfondimento. Per questo abbiamo invitato due studiosi – ha proseguito Simonelli presentando i relatori – Edoardo Tortarolo e Giacomo Ferrari, uno storico e un filologo della lingua italiana, entrambi docenti all’Università del Piemonte orientale».

Tortarolo ha illustrato sinteticamente, con qualche stuzzicante “farcitura” provocatoria, come si sia articolato il rapporto Stato-Chiesa e che peso abbia avuto nel corso del processo di unificazione nazionale il binomio diritti della coscienza e azione politica, mentre Ferrari ha delineato, con la sua piacevole cadenza toscana, la nascita e l’evoluzione di una lingua comune, sentita come necessità per comunicare ad ampio raggio da 150 anni a questa parte e in particolare dopo l’esplosione mediatica. L’incontro ha fornito interessanti agganci su cui innescare ulteriori approfondimenti ma soprattutto, nel modo chiaro e pacato, seppure conciso, con cui i relatori hanno analizzato due elementi fondamentali nel processo di unificazione, ha richiamato l’importanza del dialogo e del confronto “alla pari” su solide basi storiche, letterarie, artistiche, politiche, segnato certamente da differenze geografiche e di vedute, storiche e di opinione, linguistiche ed espressive, ma le differenze si notano proprio perché esiste un filo conduttore comune a tutti gli italiani.