Umbria : Gubbio
Abbarbicato ai piedi del monte Ingino in una posizione dominante e panoramica il borgo medioevale, cuore della città, presenta un peculiare impianto urbanistico in cui le strade situate a livelli diversi sul pendio della montagna e parallele tra loro sono collegate da scalinate e ripidi vicoli. Massicce e solide mura edificate nel XIII secolo con le sei porte circondano per 3 Km il borgo che ha saputo conservare intatto il suo fascino di città medioevale con le sue case, palazzi pubblici e privati in pietra calcarea, ma le famose “ Tavole eugubine” (III – I secolo a.C.), sette lastre in bronzo scritte in alfabeto umbro e latino, ci testimoniano che Gubbio era una antica località nota con il nome di Ikuvium o Iguvium ed importante centro religioso. Le “Tavole “ infatti contengono prescrizioni rituali per particolari cerimonie (Espiazione e Lustrazione) e danno anche indicazioni sull’ordinamento della città-stato iguvina e sono fondamentali per capire la lingua e la cultura del popolo umbro.
Il teatro romano di età augustea (I secolo d.C.), che ancora oggi, in estate, costituisce la suggestiva cornice di spettacoli classici e i resti del Mausoleo “ di Pompeo Grecino”(I secolo a.C.) ci attestano il processo di romanizzazione che fu più una alleanza che una dominazione.
Gubbio, però, vive il massimo della sua potenza e del suo splendore a partire dal XI secolo quando diventa un libero comune ed il Palazzo del Podestà e il Palazzo dei Consoli, uno degli edifici pubblici più belli d’Italia, ne sono l’espressione simbolica. Uno di fronte all’altro si affacciano su Piazza Grande, una piazza pensile che si appoggia su quattro gigantesche e possenti arcate visibili dalla via sottostante (via Baldassini) e che si apre a mo’ di balconata sulla città e sulla pianura eugubina offrendo un panorama magnifico e suggestivo. Praticamente coincide con il centro della Gubbio medioevale ed è equidistante da tutti e quattro i quartieri della città. Il Palazzo dei Consoli costruito tra il 1332 e il 1337 è una elegante e slanciata costruzione visibile in qualunque punto della città che domina. Oggi è sede museale e tra i vari reperti sono conservate le “Tavole eugubine” e al primo piano nella Sala del Consiglio fa bella mostra di sé una fontana simbolo dell’autorità di governo che doveva essere limpida come l’acqua che vi sgorgava. Il Palazzo del Podestà, ora sede del Comune, con la sua facciata rimasta incompiuta denuncia la fine dell’autonomia comunale provocata prima dalla presa del potere da parte di Giovanni Gabrielli (1350) e poi dalla sottomissione della città (1384) ai Montefeltro conti di Urbino.
Non meno significato un itinerario gotico degli edifici religiosi: S. Giovanni, S. Francesco, S. Maria Nuova, S. Domenico, S. Secondo, S. Ambrogio, S. Agostino, il Duomo.
La chiesa di S. Giovanni, della prima metà del duecento, probabilmente occupa il luogo dove fu costruita la prima cattedrale di Gubbio e con il suo interno ad una sola navata ed i quattro archi trasversali in pietra che sorreggono gli spioventi del tetto è un modello per altre chiese gotiche eugubine.
Forte è il rapporto tra S. Francesco e Gubbio, qui il Santo ha parlato ed ammansito il lupo e la Chiesa della Vittorina pare costruita sul luogo dell’avvenimento, qui il Santo ha ricevuto l’abito che contraddistingue l’ordine e proprio dove sorgeva la casa che l’ospitò è stata eretta la chiesa ed il convento di S. Francesco (XIII secolo) ed è l’unica chiesa di Gubbio a tre navate dopo le modifiche del XVIII secolo.
Nel punto più alto della città sorge il Duomo (XIII secolo ) che al suo interno conserva dipinti di pittori eugubini del ‘500. Di fronte alla Cattedrale il Palazzo Ducale fatto costruire nel 1476, su preesistenti edifici medioevali, da Federico da Montefeltro conte di Urbino. Un edificio rinascimentale che ripropone in forme ridotte soluzione analoghe adottate per il Palazzo ducale di Urbino e ci testimonia come sotto i Montefeltro e poi i Della Rovere Gubbio abbia vissuto un periodo di floridezza artistica e civile. Un esempio la straordinaria stagione della ceramica, praticata già dal trecento, ma nell’500 grazie all’arrivo di Mastro Giorgio Andreoli da Intra che introducendo la tecnica del lustro in oro e rosso rubino le permette di raggiungere alti livelli artistici ed ancora oggi è un fiorente artigianato con botteghe sparse in tutta la città.
Passeggiando per le vie eugubine tra palazzi trecenteschi, molti dei quali muniti della cosiddetta “porta del morto”, può capitare di incontrare la troupe televisiva che gira scene di una nuova serie di “Don Matteo” e se si raggiunge il palazzo del Bargello che si affaccia sul largo omonimo dominato dalla cinquecentesca fontana conosciuta come “fontana dei matti” non bisogna fare tre giri intorno ad essa perché può capitare che, dopo essere stati “battezzati con la sua acqua”, si riceva simbolicamente il diploma di matto di Gubbio. Sempre a vista la monumentale basilica di S. Ubaldo che custodisce le spoglie del Santo protettore di Gubbio e che dalla sua posizione quasi in cima al monte Ingino protegge la città ed il 15 maggio di ogni anno, la vigilia della festa del patrono, è la meta finale della famosa “Corsa dei Ceri” e per le feste natatalizie è sfiorata dai punti luce che disegnano sulle pendici del Monte Ingino l’albero di Natale più alto del mondo 650 metri.