Andora (SV) : non solo mare
Compresa nell’insenatura tra Capo Mele e le colline di Rollo, con un lungo entroterra costellato dalle sue frazioni, attraversata dal torrente Merula, Andora, ultimo comune della provincia di Savona e ne segna il confine con la provincia di Imperia, oggi è conosciuta soprattutto come una località balneare con un importante porto turistico ed una bellissima spiaggia di sabbia naturale cosa rara in questa regione, la Liguria, dalle coste rocciose, ma in passato è stata una protagonista della storia di questi territori.
Abitata dai Liguri Ingauni probabilmente tra i VII e il VIII secolo A. C. è stata una colonia dei Focesi, popolazioni della Focide regione della Grecia, noti come intraprendenti navigatori e quindi dediti ai commerci, che sbarcarono in Corsica e da qui sulle coste liguri del ponente ed ad Andora trovarono un approdo sicuro per il trasporto del sale proveniente dai giacimenti della Corsica. In epoca preromana la Via Ligure Costiera che successivamente i romani denominarono Aurelia e percorsa da Caio Mario contro i Teutoni e da Giulio Cesare alla conquista della Gallia e la Via del Sale testimoniano la presenza di traffici commerciali in cui i Liguri Inguani erano coinvolti. La romanizzazione avviene come per tutta la Liguria dopo bellicose resistenze, ma nel 181 A.C. il console Paolo Emilio Lepido sottomette i Liguri Inguani. Poche le testimonianze della dominazione romana : la Via Julia Augusta voluta dall’Imperatore Augusto nel 31 A. C. di cui si sono conservati brevi tratti nella area di Andora; il ponte dalle dieci arcate che gli andoresi chiamano “romano” perché i suoi piedritti sono di quell’epoca, ma fortemente modificato in epoca medioevale come testimoniano le tre arcate a schiena d’asino; un sarcofago paleocristiano rivenuto nella area di Capo Mele. Incerto è il luogo dove si sia stanziata la comunità, il pagus, è logico pensare tra la località Castello e Capo Mele.
Il Castello, il suo borgo e sobborghi, le chiese sono la ricca documentazione di Andora medioevale che allora era un importante potenza navale presente a fianco di Genova con 200 uomini nella battaglia della Meloria (185) contro Pisa ed una comunità benestante come confermano le numerose e ragguardevoli decime che pagava, il Parlamento della “ Magnifica Comunità di Andora” rappresentava cinque quartieri tra cui Laigueglia ed il suo territorio. Naturalmente Andora a quei tempi si era sviluppata su un poggio, sulla sponda sinistra del torrente Merula, da cui si poteva dominare la costa e difendersi dagli sbarchi dei pirati. Oggi possiamo ammirare i resti del Castello del X secolo e più volte modificato e passato di marchese in marchese gli ultimi, nel XII secolo, i Clavesana che per problemi economici vendono questo feudo a Genova nel 1252 e dall’allora Andora ruota nella orbita della Superba e ne diventa una base d’appoggio importante per l’espansione della stessa Genova. Nel Castello dopo i Clavesana vi dimorava il Governatore mandato da Genova e si amministrava la giustizia e si riuniva il Parlamento. Accanto al Castello l’oratorio di S. Nicolò ad un unica navata e dove nei secoli scorsi si concludeva la “Via Crucis” del Venerdì Santo che partiva dalla chiesa di S. Giovanni Battista, forse la prima pieve di tutta la valle che “volta le spalle al paese” perché la sua porta di ingresso è rivolta verso il monte che la sovrasta. Poco sotto al Castello i monumenti più interessanti e meglio conservati che risalgono al XIII secolo: la Porta-Torre campanaria e la Chiesa dei Santi Giacomo e Filippo. La chiesa è un bel esempio di architettura religiosa medioevale del Ponente Ligure, un piccolo gioiello romanico-gotico a tre navate separate da colonne su cui si impostano archi a tutto sesto e nelle tre absidi si aprono monofore strombate, probabilmente opera delle stesse maestranze che avevano costruito la cattedrale di Albenga. Attualmente adibito al culto solo occasionalmente è la prestigiosa sede dei concerti della “Estate musicale andorese”. La Porta-Torre realizzata, come la chiesa, con la pietra di Capo Mele ed è coronata da merlature ghibelline tre per ogni lato. La decadenza del borgo dalle 200 case, vi era anche un “Hospitale” e del Castello è legata a due terribili pestilenze che decimarono gli abitanti della zona e i sopravissuti si rifugiarono sulle colline dando origine a nuovi nuclei abitativi nella valle e che oggi costituiscono i borghi andoresi custodi di antichi pievi, oratori, cappelle da Rollo a Conna, da Duomo a Colla Micheri giunto sino a noi grazie all’intervento mirato e generoso di restauro del antropologo ed esploratore norvegese Thor Heyerdhal che scelse questo luogo per trascorre l’ultimo periodo della sua vita.
Nel 1500 le incursioni saracene sui villaggi della costa ligure rappresentavano una nuova minaccia così furono costruiti fortilizi per l’avvistamento e il combattimento e anche ad Andora la repubblica di Genova fece erigere un torrione circolare a protezione del fronte del mare, chiamato saraceno, oggi inglobato da attività commerciali che ne nascondono parzialmente la vista, accanto si estendeva il parco tropicale del palazzo dei marchesi Maglioni, oggi possiamo ammirare poco lontano un tratto dell’acquedotto che lo riforniva d’acqua.
Nell’ottocento lentamente anche la marina si popola ed il resto è storia recente.