Il piccolo marziano

C’era una volta un bambino di nome Genì  molto timido, non legava con i suoi compagni di scuola, se ne stava sempre in disparte perchè si sentiva brutto e non sorrideva mai a nessuno. Faceva lunghe passeggiate in campagna da solo e guardava tutto ciò che la natura sapeva dare, accarezzava un fiore, parlava agli uccelli, guardava il cielo, tutto azzurro, contava persino le nuvole passeggere,  … una,… due, …tre, arrivando a studiare con esse l’aritmetica.

Ma un giorno che si era addormentato sull’erba, si svegliò che era ormai sera, il cielo era buio e pieno di stelle, guardò bene e ne vide una più grossa delle altre che scendeva verso di lui, con un rumore sempre più forte, fino ad arrivare ai suoi piedi. Poi vide che non era una stella, ma una macchina con tantissime antenne con un coperchio a forma di palla che si alzò. Ne uscì un piccolo marziano. Genì un po’ si spaventò, poi lo osservò attentamente e vide che era molto, ma molto brutto, era persino di colore verde, aveva una grossa testa e braccia e gambe molto magre; a Genì fece una grande pena e in quel momento decise di essergli amico, così non avrebbe più dovuto parlare solo con i fiori o agli uccelli. Il marziano vedendo Genì che non parlava, si avvicinò e gli disse: “Ti ho spaventato? Perdonami, ti vedevo da lassù tutti i giorni, anche tu sei solo come me! Così ho deciso di venire a trovarti, vuoi essermi amico?”.

“Si” rispose Genì e con una stretta di mano ci furono due grandi amici.

Da allora Genì ritrovò il sorriso e divenne felice grazie a un brutto marziano che era sceso dal cielo per fargli compagnia.

 

Barberi Negra Elidia