La ciliegia: il frutto amato da grandi e piccini e non solo…

IN CUCINA

Ricetta: Crema di ciliegie (Chireseye)

In un antico trattato medioevale, di cucina inglese, viene proposta una crema a base di ciliegie dal bel colore rosso traslucido, dalla consistenza gelatinosa che sottolinea come già allora gli inglesi amassero questi dolci tremolanti. La ricetta denominata in inglese antico Chireseye recita così : “ Prendete delle ciliegie nel giorno di S. Giovanni Battista e snocciolate. Schiacciatele in un mortaio e poi passatele attraverso la stamigna per ottenere il succo. Mettetelo poi a cuocere in un recipiente insieme a grasso o burro e buon pane bianco, abbondante zucchero ed una porzione di vino e quando è molto denso sistemate nei piatti, picchiettate con chiodi di garofano e spolverate di zucchero. (Un dolce fattibilissimo ancora oggi, magari con una strumentazione più moderna.)

Liquori

Oltre ai moltissimi impieghi in cucina dalle torte alle marmellate, dagli sciroppi alla mostarde, o  conservate sotto spirito le ciliegie sono le protagoniste di diversi liquori e a seconda delle varietà impiegate si ottengono lo cherry brandy, il kirsch, un’acquavite nata in Alsazia e molto diffusa nell’Europa centrale, il maraschino, di origine dalmata ottenuto con le ciliegie marasche tipiche di quelle zone, il ratafià piemontese ed abruzzese.

La produzione storica del ratafià piemontese è ad Adorno Micca (Biella) dove nel monastero di S. Maria della Sala i monaci cistercensi lo producevano dal 1600. E’ un liquore a base di succo di ciliegie, zucchero, acquavite, coriandolo e cannella. In Abruzzo il ratafià si ottiene da amarene e vino rosso del vitigno di Montepulciano, se si vuole aumentare la gradazione che normalmente è tra i 7 e i 14 % vol. si aggiunge alcool per raggiungere i 20 – 22 % vol. e si consuma giovane.

Il termine ratafià l si fa derivare dall’espressione latina “ Rata fia” cioè accordo fatto e per questo era usanza tra i montanari piemontesi di berlo dopo un contratto di vendita in segno di amicizia, di accordo, ma pare che anticamente era consuetudine che gli ambasciatori di paesi belligeranti, quando si raggiungeva la pace, brindassero con questo liquore esclamando “Pax rata fiat”.

LA PIANTA 

Prunus avium L. “il ciliegio degli uccelli” ( ciliegio dolce) è l’albero delle ciliegie duracine e tenerine, mentre le amarene, le marasche, le visciole sono i frutti del Prunus cerasus L. (ciliegio acido) l’altra specie di ciliegio. Entrambi appartengono alla famiglia delle Rosaceae e i loro fiori bianchi sono bellissimi mentre il loro legno, molto resistente, viene impiegato per fare mobili e strumenti musicali.

Conosciuto in tutta l’area del mediterraneo il ciliegio fa ancora discutere sulle sue origini. I Greci asserivano che era stato Alessandro Magno a far conoscere le ciliegie, quelle dolci di Mileto e quindi aspettava a loro il primato di aver diffuso questo frutto in Occidente, secondo Plinio il Vecchio, invece, fu introdotto in Italia, dove era sconosciuto, dal generale Licinio Lucullo che nel 71 a.C. durante la guerra contro Mitridate a Cerasus città nel Ponto sul Mar Nero era stato conquistato dalla bontà delle ciliegie e quindi decise di portare a Roma questi frutti per piantarli nel giardino della sua villa al Pincio. In realtà le ciliegie, come attestano i ritrovamenti archeologici, sono presenti in molti siti in tutta Europa sin dall’età del bronzo.

  ARTE   SIMBOLOGIA   LEGGENDA

La ciliegia è sempre stato un frutto (drupa) che ha affascinato gli artisti fin dall’antichità, ad Ercolano il ciliegio dipinto nella Casa del grande Portale ne è una testimonianza, ma anche ad Oplontis nella villa di Poppea sono rappresentati uccelliNAP-10-3-130-600.jpg che si cibano di ciliegie segno che già in epoca romana si era osservato che non solo gli uomini sono ghiotti di questo frutto, ma anche gli uccelli ed i mammiferi. Sovente è dipinta nelle loro “nature morte”  come protagonista o accanto ad altri frutti.cezanne600.jpg

Per il suo colore rosso nell’arte sacra simboleggia il sangue versato da Cristo sulla croce e con questo significato si possono vedere sulla tavola nelle rappresentazioni dell’Ultima Cena e sempre come simbolo della Passione di Gesù si trovano nei dipinti che hanno per soggetto la Vergine con il bambino come nella Madonna delle ciliegie del Sassetta e quella di Tiziano.

Il “ santo delle ciliegie” è il patrono di Monza Gerardo Tintore perché secondo la leggenda una sera d’inverno recandosi in Duomo per pregare, come era solito fare, decise di fermarsi tutta la notte e per vincere l’opposizione dei custodi promise loro che l’indomani avrebbe portato, come regalo, un cesto di ciliegie cosa che puntualmente fece il giorno dopo.

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