I 4 di Albenga (seconda parte)

Zucchina trombetta d’Albenga

Dall’aspetto slanciato, tubolare, sottile con una estremità rigonfia che ne giustifica l’appellativo di trombetta, è una selezione locale, una varietà della specie Cucurbita moscata Duch. Probabilmente i marinai liguri che portavano a casa tutto quello che di nuovo e diverso incontravano nel corso dei loro viaggi furono colpiti dalla bontà della zucca e ne trasportarono i semi nei loro territori. Nell’estremo ponente ligure, nella pianura albenganese, di selezione in selezione si ottenne la varietà   “trombetta d’Albenga” che in tale piana aveva e ha trovato un habitat ideale. La sua produzione però è andata diminuendo nel tempo al tal punto che lo Slow Food la inserita nei prodotti da salvare e oggi si chiede anche il riconoscimento IGP.

E’ un ortaggio a comportamento rampicante e per questo viene generalmente coltivata su pergolati di canne ottenendo, con questo sistema, zucchine diritte mentre nella coltivazione a terra tendono ad arrotolarsi. La raccolta avviene quando il frutto è ancora immaturo, cioè quando le zucchine non sono più lunghe di 20 o 25 cm, quindi a uno stato vegetativo molto anticipato rispetto alla completa maturazione. La zucchina trombetta si distingue dalle altre zucchine non solo per la forma , ma soprattutto per il gusto, più aromatico e delicato  e per la consistenza della sua polpa di color giallo pallido, tenera, compatta, per nulla acquosa e priva di semi che si trovano concentrati nell’ingrossamento apicale.

Ingrediente fondamentale della torta verde o tortilo, famosa in tutta la Riviera di ponente, ma molti sono i modi per poterla cucinare ed abbinare, unico neo, per le sue dimensioni, non è adatta ad essere farcita.

Se le si permette di raggiungere la sua completa maturazione si ottiene una zucca a forma di trombone, adatta ad un impiego decorativo in quanto la sua polpa è meno pregiata delle giovani zucchine e al massimo può essere utilizzata per minestroni.

Le antenate di queste zucchine sono originarie dell’America centro settentrionale, i semi più antichi sono stato ritrovati in Messico e risalgono al 7000 a.C. e sempre in Messico e poi in Florida e in Texas sono state trovate piante spontanee con frutti simili alle zucche attuali. Arrivata in Europa al seguito dei conquistadores la zucca è una delle piante che meglio si adattarono al clima europeo e già nel 1500 si hanno sue notizie in un tratto di agricoltura.

 

Pomodoro cuor di bue

Sulle origini, la storia del pomodoro e la sua accoglienza in Europa abbiamo già sottolineato (vedi pomodoro).

Inizialmente i frutti erano piccoli ed ammirati come una stranezza esotica, ma quando si scoprì la loro commestibilità glicuor-di-ingr.jpg agricoltori iniziarono una serie di selezioni per ottenere frutti più grandi e gradevoli. Si sono così ottenuti, da queste antiche selezioni, diversi ecotipi tra cui, nella pianura albenganese, il pomodoro cuor di bue detto anche pera ligure o pomodoro di Albenga.

Il nome è legato alla forma, si tratta di frutti grossi dal peso di 2 o 3 etti, dal colore rosso chiaro con una marcata costolatura, larghi alla base e si restringono all’apice come una sorta di “borsa per il tabacco”.

 Esteticamente bruttino, ma buono. E proprio a causa del suo aspetto soltanto negli anni 80 ha incominciato ad essere apprezzato per le sue qualità che lo rendono diverso dagli altri pomodori. La sua polpa è asciutta e consistente, poco acquosa, ha pochi semi, ma soprattutto ha un sapore molto dolce che lo rende ideale per le insalate dove, per ora, non conosce rivali.