Odometro: l’antenato del contachilometri
Come ci suggerisce la parola stessa di origine greca odós strada metron misura, l’odometro è uno strumento a ruote capace di misurare la lunghezza dei percorsi su strada, un antenato del contachilometri. Se non si hanno materialmente conservati i primi odometri si hanno le loro descrizioni dovute ai grandi ingegneri e matematici del tempo: Vitruvio ed Erone di Alessandria.
Nel 20 a.C., l’ingegnere militare ed architetto romano nella sua opera “De Architettura”, nel capitolo dedicato alle macchine del decimo libro, presenta due versioni dell’odometro una per misurare le distanze terrestri e l’altro le distanze marine. Che Vitruvio non sia l’inventore di questo strumento lo si deduce dalle sue stesse parole con cui introduce l’argomento trasmessogli dice “dai predecessori” e come sottolinea il filologo Drachmann mentre generalmente per le descrizioni delle macchine Vitruvio utilizza il modo indicativo, per l’odometro usa il congiuntivo probabilmente per evidenziare che si stava riferendo ad una fonte anteriore inoltre non cita il nome dell’inventore, ma, con ragionevole certezza, possiamo attribuirlo ad Archimede per molti perché, come osserva Sleeswyk.
Perché il modo inusuale di contare le miglia percorse tramite sassolini fatti cadere da un disco di immagazzinamento in un recipiente di metallo è uguale a quello utilizzato in un orologio ad acqua attribuito ad Archimede. Perché il funzionamento dell’odometro descritto da Vitruvio è a metà strada tra la vite senza fine e l’ingranaggio di ruote dentate perpendicolari tra loro e come si sa Archimede è l’inventore della vite senza fine più nota infatti come “la vite di Archimede” quindi non può stupire che sia anche l’inventore dell’odometro. Perché dalla descrizione di Vitruvio si capisce che questo strumento serviva per posizionare correttamente le pietre miliari sulle strade costruite dagli antichi romani. Ora Archimede, cittadino di Siracusa, vive nel periodo in cui i romani amplino la loro rete stradale ed essendo a quei tempi la sua città alleata di Roma l’invenzione dell’odometro da parte sua può essere letta come un aiuto per consentire ai suoi alleati di collocare le pietre miliari, un uso introdotto nella viabilità romana proprio in quei tempi.
Anche Erone di Alessandria, grande matematico e meccanico nel I secolo d. C. nella suo trattato “Meccanica” pervenutoci solo nella traduzione araba, perché l’originale in lingua greca è andato perduto, propone la descrizione di un odometro, più semplice di quello di Vitruvio.
Questo strumento ha affascinato Leonardo da Vinci che 1500 anni dopo si propone di costruire l’odometro descritto da Vitruvio, ma incontra delle difficoltà e quelli che disegna nella prima pagina del suo Codice Atlantico si discostano dalla descrizione di Vitruvio.
Dopo Leonardo molti studiosi si sono convinti che l’odometro descritto da Vitruvio fosse un’invenzione fatta a tavolino anziché una macchina funzionante, solo recentemente con le scoperte archeologiche del XX secolo in particolare del calcolatore di Anticetera che utilizzava più di trenta ruote dentate in bronzo siamo, oggi, in grado di ricostruire l’odometro descritto da Vitruvio che ha avuto il pregio di legare al suo nome tre grandi ingegneri del passato: Archimede, Vitruvio, Leonardo da Vinci.