La bambola: il giocattolo più antico e diffuso in tutto il mondo
“ Giochi di bambini” è un quadro emblematico del grande pittore fiammingo Brueghel il Vecchio del 1560 e oggi conservato a Vienna al Kunsthistorisches Museum, dove in una piazza decine e decine di bambini sono impegnati nei giochi più diversi, ne sono stati contati circa un’ottantina, da chi si dondola a cavallo di una botte a chi gioca con un cerchio, chi salta la cavallina sulle spalle di compagni o gioca con le bambole di stoffa. Siamo in pieno cinquecento e le botteghe tedesche, le più rinomate, producevano due tipi di bambole: di legno, le più costose, di stoffa le più economiche.
Questo giocattolo, però, ha origini molto più antiche, secondo alcuni addirittura è da considerarsi il più antico e diffuso giocattolo al mondo. Le prime bambole erano in terracotta, come ci testimoniano gli scavi archeologici, ma anche di osso, di cera e poi di legno, di stoffa, di gomma, di celluloide e oggi di plastica, comunque hanno sempre sottolineato l’infanzia femminile al punto che presso gli antichi Greci si usava l’espressione “Età delle bambole” per indicare la vita di una fanciulla fino al momento del matrimonio. E’ noto che nel mondo greco come in quello romano le giovani spose, che allora solitamente non avevo più di quindici anni, alla vigilia delle nozze offrivano le loro bambole ad Artemide o ad Afrodite, in Grecia, a Venere, a Roma, chiedendo la loro protezione e i ritrovamenti di questi giocattoli presso i templi consacrati a queste divinità sono la conferma di tale tradizione.
Facendo parte della vita delle bambine, nell’antichità, le bambole entrano a far parte dei corredi funebri delle loro tombe così le troviamo accanto alle mummie egizie come nei sarcofagi romani. Famosa la bambola in avorio completamente snodata, cosa rara a quei tempi, ritrovata insieme ad altri giochi e monili nella tomba di Crepereia Tryphaena, una fanciulla romana del II secolo d.C.
Di legno o di stoffa per tutto il medioevo ed il rinascimento era un semplice giocattolo, ma nel XVII secolo diventa un oggetto di lusso entrando nelle case nobiliari di tutta Europa. Rappresenta in miniatura una donna avvenente, elegante, vestita secondo la moda di allora con trine e merletti, diventa un giocattolo per adulti.
Alla fine del 1700 nasce in, Inghilterra, la prima fabbrica di bambole per iniziativa dell’italianoDomenico Pierotti e nel secolo successivo inizia il vero e proprio processo di industrializzazione nella produzione di bambole fabbricate con nuovi materiali come il biscuit specialmente nella realizzazione della testa e poi la celluloide, la gomma, il panno lenci ed infine la plastica.
Se in passato il vestito ricopriva un corpo tozzo fatto di un sol pezzo con braccia e gambe articolabili dall’800 in poi si è cercato di creare un giocattolo il più verosimile da un bebé da prender in braccio, cullare, cambiargli l’abito permettendo alle bambine di giocare a fare le mamme interiorizzando in loro un desiderio di maternità. Con l’arrivo, nel 1959, di Barbie, la bambola americana più famosa al mondo, con le sue forme esplicitamente femminili, con i suoi vestiti intercambiabili e i suoi gioielli la bambola non è più un surrogato dell’istinto materno, ma diventa un’ amica, una compagna, una sorella maggiore con cui giocare.
Giocattoli, ma anche oggetti da collezione come le “bambole lenci” create a Torino tra il 1919 e il 2002 fatte con quel particolare tessuto “il panno lenci” un feltro leggero, resistente e molto imitate.
Nasce come giocattolo educativo la bambola russa “matrioska”, oggi souvenir russo per eccellenza. La fece costruire un industriale, mecenate, Anatoly Mamontov nel suo laboratorio negozio “L’educazione infantile” dove si producevano diversi tipi di giocattoli con particolare attenzione alle bambole vestite con i costumi tradizionali regionali. Mamontov era solito comprare giocattoli etnici da tutto il mondo e fu colpito da una statuetta giapponese, in legno, rappresentante un vecchio saggio buddista e che al suo interno conteneva altre quattro figurine, così la propose ai suoi artisti collaboratori che presero spunto per creare un insieme di bambole di legno inserite una dentro l’altra. Qualunque sia il numero dei pezzi la prima bambolina è detta “madre” in quanto racchiude in se tutte le altre figure e l’ultima, in legno pieno perché non si deve aprire, è chiamata “seme” e a volte rappresenta un bambino in fasce.
La prima “matrioska” composta da otto pezzi, oggi conservata nel “Museo artistico pedagogico del giocattolo” a Zagorsk a 70 Km da Mosca, nasce nel 1890 ed è stata costruita da mastro Vassily Zviozdochkin e dipinta dall’illustratore di libri per bambini Sergej Maliutin che ha voluto raffigurare le contadine con il loro tipico fazzoletto in testa (babushke). Le prime matrioske,infatti, rappresentavano in scala una famiglia matriarcale della taiga.
Il giocattolo ebbe subito molto successo e la sua fama internazionale fu decretata all’esposizione mondiale di Parigi, del 1900, dove fu premiata e riconosciuta come simbolo della tradizione russa.