I piccoli guai della sconfitta di Waterloo

Il 18 giugno 1815 il grande condottiero, lo stratega Napoleone perse il suo impero nella battaglia Waterloo. Lui che aveva impostato sul tempo, sulla velocità, il modo di combattere imponendo un tipo di guerra che precorreva le tecniche della guerriglia, Lui che considerava la battaglia come una operazione matematica, scientifica in cui non si poteva lasciare al caso più del 10% fu sconfitto.

Le cause sono diverse, il terreno reso fangoso dalla pioggia caduta durante tutta la notte che impediva alla terribile artiglieria francese di essere peicolosa come al solito perchè le palle sparate dai suoi cannoni affondavano nel terreno invece di rimbalzare ed uccidere il nemico. Il capo di stato maggiore non era più Berthier, deceduto all’ inizio di quel mese, l’uomo che era in grado di tradurre in piani perativi i comandi di Napoleone, lo sostituiva il maresciallo Soult che non aveva ne le competenze, ne il carisma del suo predecessore.

Ma Napoleone, nell’infuriare della battaglia dov’era ? Per un problema di emorroidi non riusciva stare in sella al suo cavallo ed osservare dall’alto della collina, alle spalle delle sue truppe, lo svolgersi della battaglia ed impartire gli ordini, di spostare le formazioni, di far intervenire le riserve insomma di sfruttare il momento giusto per l’attaco finale. Napoleone per questo malessere si sposta in carrozza,conduce gran parte della battaglia seduto su una sedia e deve ricorrere alle cure dei medici che per lenirgli i dolori gli somministrano anche laudano cioè tintura di oppio.

Così mentre dall’altra parte il nemico, il duca di Wellington cavalca da un lato all’altro dello schieramento inglese, Napoleone è statico, la sua conduzione tattica è lenta e le sue scelte non sono sempre all’altezza della sua fama.

Così anche un piccolo malessere ha contribuito alla scofitta del grande Napoleone.